Cultura

Published on Ottobre 16th, 2018 | by Redazione

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STORIA. Sarrabus, un ricordo della drammatica alluvione di 67 anni fa

Su xinquqant’unu millecentu e noi, su cattodixi de su deximu mesi, pianu pianu cumentzad’ a proi, prima de orbesci dopu de is tresi. Sa genti brullendi, mirai ca oi, de pagu genesi seus’intrendu in festa ca custa tempesta s’ad’a disturbai. S’ad’a disturbai de fai baldoria, essendi a biddeputzi sa festa primaria.

 

Mi ricordo benissimo come fosse ieri.  Ero uscito da casa alle 4,30 del mattino per andare a suonare le campane.  Pioveva. Non avevo l’ombrello e mi ero messo a correre per prendere meno acqua possibile.

Di solito il parroco mi dava le chiavi e io aprivo la chiesa. Quella mattina, però, arrivato in pratz’ ’e cresia, ho visto la chiesa aperta e piena di gente adagiata su materassi; nelle navate,  nelle cappelle e in sacrestia. Molti altri erano in Cresiedda e nel Monte granatico.

Erano presenti, oltre al parroco, bagnato come un pulcino, il sindaco con gli assessori, i carabinieri e altre persone (volontari) che aiutavano e indirizzavano gli sfollati; distribuendo coperte e altro. Dal campanile si vedeva un grande lago, formato dal fiume che era esondato e si era esteso fino ai centri abitati di San Vito, Muravera e Villaputzu; dove, in certi punti aveva superato la ss 125.

La strada statale 125 era stata sfondata tanto a est che a ovest de su pont’ ‘e ferru; e per attraversare il fiume, per andare a Muravera per prendere la corriera per  Cagliari, bisognava salire su una barca. Qualche giorno dopo, i rifornimenti alimentari venivano lanciati da aerei a mezzo paracadute. 67 anni fa.

Albino Agus

(ilsarrabus.news)

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