Cultura

Published on Gennaio 31st, 2023 | by Redazione

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RICORDI. La storia (vera) di una giovane muraverese e del “miracolo” del Festival di Sanremo

Nel cuore dell’inverno, anche quest’anno, si ripresenta il Festival di Sanremo. Puntuale come una cambiale. E di festival e cambiali parla quest’episodio realmente accaduto tanti Sanremo fa. La televisione stava emettendo i primi vagiti e la gente guardava con ammirazione ed anche con un po’ di timore a quella scatola magica, che permetteva a tutta Italia di vedere le stesse cose nello stesso momento. Il televisore aveva però ancora un costo elevato e pochi si sentivano di spendere i soldi per l’acquisto.
I pochi possessori, in quei tempi in cui essere vicini non significava solo abitare a pochi metri, usavano invitare qualche volta parenti e vicini per vedere in compagnia gli spettacoli dell’unico canale Rai in funzione. Oltre al mitico “Lascia o Raddoppia?”, seguitissimo era il Festival di Sanremo che rappresentava il ponte con un mondo dorato, fatto di cantanti che sussurravano parole d’amore, parole che erano esse stesse musica per quei tempi intrisi di romanticismo.
Quel sabato di febbraio, per la serata finale del festival, il maresciallo del paese invitò qualche parente e due o tre vicini a partecipare al memorabile evento. Il televisore, ancora spento, campeggiava austero in sala da pranzo, sopra un mobile scuro e lucido nella cui parte bassa, attraverso uno sportello di vetro decorato, si poteva intravvedere qualche bottiglia di vermouth, di marsala e di rosolio. Quella che chiameremo Adelina entrò con un sentimento di ossequio timoroso misto a riconoscenza per quell’amichevole accoglienza che riceveva in quella casa dai pavimenti lucidi, dove ogni oggetto aveva la sua giusta collocazione. Aveva l’occasione di vedere per la prima volta, il suo idolo: Claudio Villa, il reuccio di Trastevere, che quell’anno con la sua voce inconfondibile sbaragliò il campo, classificandosi al primo posto. Adelina era in brodo di giuggiole ma, dopo la mezzanotte, la carrozza si ritramutò in zucca e la nostra amica si ritrovò nella sua fredda casa a sognare un mondo magico ma lontano, troppo lontano.
Per completare l’opera, il lunedì il postino le recapitò una cambiale che Adelina, proprio non poteva onorare! Detto fatto ed ancora suggestionata dalla voce e dalla visione del suo idolo, decise di scrivere nientemeno che a… Claudio Villa! A quei tempi di diffuso analfabetismo, una persona provvedeva a scrivere e a leggere la posta per chi ne avesse bisogno: la scrivana. Era una funzione sociale svolta gratuitamente. E quel giorno la scrivana si vide irrompere in casa una furia vociante con in mano l’indirizzo del reuccio, ricavato direttamente da Grand Hotel! Claudio Villa, Viale Ardeatino 3-5, Roma.
La scrivana, nonostante ritenesse questa una missione impossibile, forse impietiosita dalla balbuzie di Adelina e preoccupata anch’essa dall’imminente scadenza o forse perché non diceva di no a nessuno, assunse un’aria professionale e scrisse la lettera a Claudio Villa, toccando le corde del sentimento e indicando anche la cifra in denaro necessaria per evitare alla nostra compaesana il bollettino dei protesti.
Ebbene, amici non ci crederete, sarà stato per intercessione di San Remo (il santo vero!) o per altri motivi, ma dopo pochi giorni arrivò la risposta con tanto di vaglia e di foto autografa del reuccio, giusta e naturale conclusione del sogno di Adelina. La scrivana stessa si stupì del proprio potere di convincimento, mentre Adelina da quel momento girò fiera ed impettita, lisciando ogni tanto la foto del suo idolo, conservata gelosamente nel portafogli come un santino.
Maria Cinus (ilsarrabus.news)

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