Cultura

Published on Giugno 22nd, 2019 | by Redazione

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VILLAPUTZU, Il fascino de Sa Faciola, l’antica maschera del paese

Se il paese di Villaputzu ha la sua maschera antica lo deve soprattutto a un uomo che attraverso i suoi ricordi, condivisi con tanti compaesani, ha raccontato e descritto la presenza di queste figure in abito scuro, con una lunga pelle di coniglio a coprirne interamente il volto.

 

Quest’uomo è Luigi Porcu, un socio della proloco, recentemente scomparso, a cui gli attuali soci esprimono la gratitudine per questo dono. Sono proprio i componenti della proloco a raccontare: «Luigi ricordava questa maschera con molto piacere, ha insistito tanto per fare in modo di riscoprirla. Ha attinto ai suoi ricordi da ragazzino. E’ merito suo, è un autentico dono per Villaputzu.

Probabilmente per la stessa crisi che toccò alle launeddas intorno agli anni settanta, quasi soppiantata dalle mode musicali che giungevano dalla penisola, anche la maschera rimase chiusa per anni. Non era riconosciuto il valore storico e culturale, quasi ci si vergognava delle proprie tradizioni e quell’aspetto cupo non aiutava. Si preferivano i costumi del classico carnevale, soprattutto per i bambini che restavano più incantati dai colori vivi e festosi.

Come tutte le maschere sarde anche Sa Faciola trova i suoi riferimenti nelle divinità della natura, viene identificato in Baku, il Dioniso dei greci e trasformato, con l’avvento della cristianità, in un demone. Aveva il compito di chiedere l’acqua per il benessere del campo seminato.

I pastori e gli agricoltori sardi lo invocavano per scacciare il malocchio e portare la buona sorte al raccolto, invocando la pioggia necessaria e tutte le condizioni meteorologiche favorevoli alle loro attività. La prima uscita pubblica de Is Faciolas risale al 2012, durante Maskaras, la sfilata dedicata alle maschere sarde del carnevale che si svolge a Muravera ogni mese di agosto.

In seguito hanno presenziato diverse feste, ridando vita anche a “Sa Mascara legia”, il martedì grasso villaputzese, celebrato proprio come si celebrava nei tempi passati: le persone escono di casa mascherate con abiti di fortuna ottenuti da vecchi stracci racimolati per casa. Nel corteo non mancano is faciolas, divisi in gruppi a mostrare le varie attività della vita agricola: l’aratura, la seminatura, la raccolta del grano. Lungo il corteo, che si snoda nelle strade interne del paese, ci si ferma nelle case dei grandi possedimenti agrari a chiedere un po’ di vino e qualche frittella.

In cambio di questo, le maschere lanciano alle persone chicchi di grano, in segno di buon auspicio. La proloco oggi tiene a ricordare il lavoro del signor Luigi Porcu alla riscoperta di questa tradizione e alla promessa di recuperare al più presto possibile la maschera villaputzese, anche attraverso il ripristino della festa del martedì grasso che riprenderanno regolarmente a partire dal prossimo anno.

Sara L. Canu

(ilsarrabus.news)

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