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Villaputzu

Published on Novembre 13th, 2017 | by Redazione

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VILLAPUTZU, Anche la Vitrociset nello scandalo dei Paradise Papers

C’è anche Villaputzu nello scandalo dei “Paradise Papers”, la vicenda che ha coinvolto personaggi noti e meno noti dell’imprenditoria, del mondo diplomatico e, addirittura, i reali britannici che avrebbero portato capitali all’estero, nei cosiddetti paradisi fiscali appunto, per metterli al riparo dal fisco dei rispettivi paesi.  Villaputzu che c’entra? La ragione è presto detta e risponde al nome di una famosa azienda che proprio a Villaputzu ha uno dei suoi stabilimenti più importanti, la Vitrociset, dove, proprio vicinissimo al Poligono del Salto di Quirra, lavorano oltre un centinaio di persone.

 

Ebbene, secondo quanto emerso dalle indagini di un pool di giornalisti investigativi sarebbe al centro di un sistema di scatole cinesi che condurrebbe ad una società con sede ai Caraibi e con capitale di un dollaro. Vitrociset è un partner commerciale dello Stato visto che eroga servizi e tecnologie per tutti i ministeri, quello della Difesa in testa. Si tratta di affari milionari che fanno capo alla famiglia Crociani, in primo luogo Camilla, figlia di Edoarda e Camillo Crociani, colui che negli anni Settanta finì al centro dello scandalo Lockheed, in cui emerse una storia di corruzione miliardaria.

Del caso Vitrociset ha parlato il quotidiano Il Corriere della Sera con un articolo firmato dalla giornalista Milena Gabanelli. Vitrociset, società con un fatturato annuo di 160 milioni di euro, avrebbe un castello di sigle alle spalle. “Vitrociset spa e Ciset srl – si legge nell’articolo del Corriere della Sera – con sede in Italia, sono controllate dalla Croci international BV e dalla Croci Holding BV, con sede in Olanda, a loro volta controllate dalla Allimac Management Sarl in Lussemburgo, che ha in testa la International Future Ventures, una piccola società con sede a Curaçao, nei Caraibi. Capitale: 1 dollaro“. Un solo dollaro di capitale sociale: eppure la Vitrociset ha nel proprio portafoglio clienti come il ministero della Difesa e possiede anche una partecipazione nel Distretto aerospaziale sardo.

I sindacati, dal canto loro, cadono dalle nuvole riguardo a quanto emerso dalle carte dell’inchiesta, e chiedono chiarezza per il futuro dei lavoratori.

In Sardegna hanno inquinato e inquinano – dichiara sulla vicenda il deputato Mauro Pili – A piene mani hanno nascosto i loro guadagni nei paradisi fiscali. I veleni li sotterravano nella nostra terra, i soldi se li portavano nelle piattaforme finanziarie offshore. Guarda caso i due soggetti miliardari finiti nelle segrete carte di Paradise Papers sono due soggetti che in Sardegna hanno dominato e dominano, il primo nelle servitù militari, Vitrociset, il secondo nella petrolchimica, Rovelli e posteri. Veri e propri fiumi di denaro di Stato sia per il primo che per il secondo, funzionali a guadagni stellari e a inquinamenti irreversibili. Quello che sta emergendo in queste ore è il raccapricciante e perverso intrigo tra Sardegna, inquinamento e affari di Stato. Miliardi di euro nascosti nei paradisi fiscali nascosti da coloro che hanno usato la Sardegna come un’imponente discarica di Stato. Ora la Regione si costituisca parte civile nei procedimenti di recupero di questa imponente evasione e trafugamento di denari: con quei fondi occultati si devono pagare i danni e i disastri ambientali in terra sarda”.

(ilsarrabus.news) 

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