SARRABUS, I pastori: “Cosa diamo da mangiare ai nostri figli?”
“Sa cosa rimarrebbe nelle nostre tasche dei famosi 60 centesimi che ci hanno offerto? Appena 7 centesimi. E secondo lei io posso campare la famiglia con 7 centesimi?”. Non usa giri di parole Luca Melis di Villaputzu, allevatore.
Ha con sé i due figli piccoli che ha portato con sé alla manifestazione di questa mattina alla rotatoria fra Villaputzu, Muravera e San Vito. “Sessanta centesimi è un prezzo che non si può accettare – spiega – cosa diamo da mangiare ai nostri figli? Vedere il latte a terra è un colpo al cuore ma dobbiamo farlo per dar un segnale forte. Protestiamo ma con civiltà, mi dissocio da chi nei giorni scorsi ha compiuto gesti di vandalismo.
Silvio Meloni, 63 anni, di San Vito, torna sul prezzo del latte. “Pensi che per il latte di capra vorrebbero corrispondere 45 centesimi al litro – spiega – E’ inaccettabile, non si può vivere con una cifra del genere. Noi pastori è anni che combattiamo ma nessuno sembra ascoltarci. Ora la situazione è degenerata. Faccio questo lavoro da sempre e le assicuro che è una vita durissima: non ci sono vacanze, ferie, si va a lavorare anche Natale e con qualunque tempo. Dovrebbero cambiare anche le abitudini delle persone: vengano a comprare il latte dal pastore anziché comprare quello del supermarket. Nel Sarrabus poi manca un centro in cui si possa macellare e poi vendere la nostra carne”.
“Vogliamo una vita dignitosa”, urla intanto la gente del Sarrabus accorsa alla rotonda. Una richiesta, una speranza che speriamo si tramuti in realtà.
Sara L. Canu
(ilsarrabus.news)
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