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Cultura

Published on Dicembre 10th, 2018 | by Redazione

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SAN VITO, Mamma e pittrice autodidatta, il sogno realizzato di Emilia Cotza

La rinascita di una pittrice. Si potrebbe intitolare così la storia di Emilia Cotza e del suo sogno di dipingere che la accompagna fin da quando era bambina.

 

La sua storia artistica nasce intorno ai dieci anni, come racconta lei stessa: «La passione è nata alle scuole medie con le lezioni di educazione artistica. Prima magari mi piaceva disegnare, ma niente di che. Invece il fatto di studiare e poi applicare l’arte ha fatto nascere in me la passione. Vedendo i miei lavoretti per Natale una mia zia aveva capito che per me non era solo un lavoretto e decise così di regalarmi tutti gli attrezzi del mestiere. La ricordo ancora, una scorta di tempere, pennelli, tutto l’occorrente per dipingere e persino il cavalletto. Così io stessa ho cominciato a prendere la cosa più seriamente. Arrivata in terza media c’è stato l’incontro con un insegnante che mi ha capita. Ha visto che il mio era un interesse vero, una passione vera e si è offerto di darmi delle lezioni. Finite le medie avevo le idee chiare: avrei voluto fare il liceo artistico. Ma purtroppo la mia famiglia non era d’accordo perché, come si dice, con l’arte non si vive».

Una frase che anni fa ricorreva spesso. Non si poteva immaginare la difficoltà odierna di vivere con qualunque mestiere, magari, sotto questo punto di vista, i piccoli aspiranti artisti di adesso gioveranno di questo clima di incertezza lavorativa ed economica.

Continua Emilia: «Dopo le scuole medie mi sono iscritta a ragioneria. E’ arrivato il diploma, ho fatto dei concorsi, durante le estati ho fatto alcuni lavori stagionali, poi ho iniziato a lavorare nella pubblica amministrazione. Ma devo dire che nonostante la contrarietà a frequentare il liceo artistico, i miei genitori mi hanno sempre sostenuto, aiutandomi anche a procurare il materiale di cui avevo bisogno per dipingere. Ho anche frequentato dei corsi di restauro. Solo che tra concorsi, lavori stagionali e poi lavoro fisso, matrimonio e famiglia, per tantissimo tempo non sono più riuscita a dipingere. Per venti anni. Ho ripreso nel 2015».

Un sogno riposto in un cassetto che a un certo punto si è di nuovo prepotentemente aperto. «Sì –  continua Emilia – Da quando ho ripreso a dipingere sono rinata. Tra lavoro e famiglia riesco a dipingere di notte, quando mi metto davanti a una tela devo essere tranquilla, psicologicamente serena, altrimenti non viene fuori niente. Mi isolo da tutto, posso essere anche stanca fisicamente ma quando mi  trovo davanti alla tela entro in un mondo tutto mio dove il tempo si ferma».

Emilia Cotza è autodidatta ma cerca comunque di formarsi e confrontarsi con altri artisti. Dice a riguardo: «Non aver fatto il liceo artistico mi manca. Mi manca non aver potuto imparare tecniche nuove e sperimentarle. Da piccola prendevo i libri, adesso secondo me neanche i ragazzi si rendono conto di tutte le opportunità. Con internet trovi un sacco di informazioni, tutorial, corsi online, di tutto e di più. Anche il fatto di contattare altri artisti aiuta molto, pensa che alcuni artisti si riprendono in diretta mentre dipingono e chi segue può dare consigli, confrontarsi. E’ bellissimo. E’ il tempo che mi manca, essere mamma è bellissimo ma tra lavoro e famiglie ci vorrebbe una giornata di 72 ore. Ma devo dire la verità, mio marito mi aiuta tantissimo».  E aggiunge, sempre a proposito di internet: «Con internet e Facebook è stata un po’ una svolta, sono riuscita a farmi conoscere un po’ di più e, come dicevo, a trovare altri artisti da seguire. Adesso sto partecipando a un concorso a Cagliari, c’è anche la possibilità di esporre. Non ho molte esposizioni alle spalle, ne ho fatte a San Vito, una a Oristano ma non è facile fare uscire un quadro se non hai ancora una persona fidata per seguirlo. In passato, a Villasalto ho realizzato dei dipinti dedicati a San Cristoforo e Santa Barbara, li avevo realizzati per il comitato della festa, ne faceva parte mio padre».

Un’ultima osservazione sui generi seguiti da Emilia: «Se inizialmente escludevo i ritratti adesso non c’è nulla che rimanga escluso. Il primo ritratto che ho fatto risale al 2015, il primo piano di un pagliaccio. Poi tante persone mi chiedono di realizzarne per poi regalarli, è un regalo che piace». E continua: «Anzi, a dire il vero una cosa che escludo c’è. Non mi piace l’astrattismo. Sono molto legata a quello che vedo, forse perché non ho molta fantasia e ho bisogno di vedere qualcosa di vero». E questa riflessione sul vero è pienamente dimostrata dal bellissimo dipinto “Le Cascate Sos Molinos Bonacardo” visibile, assieme alle altre opere,sulla pagina Facebook Emilia Cotza ArtPage.

Sara L. Canu

(ilsarrabus.news)

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