LA LETTERA. Il dramma dei parenti dei malati di Alzheimer: “In zona manca un centro diurno”
Vi scrivo per dar voce ad un problema. Abbiamo un caso di Alzheimer in famiglia. È mio suocero,classe 1946. Gli è stato diagnosticato circa 4 anni fa. In questo momento siamo in una situazione disastrosa. Sua moglie, riuscita a superare una leucemia ora lotta con lui, aiutata dai 3 figli.
È una situazione molto difficile perchè ora lui da diversi giorni è diventato aggressivo, maniacale in alcuni comportamenti, ingestibile. In questa zona purtroppo non abbiamo grandi alternative per la gestione di un malato del genere e sono pochissime le figure idonee a poter passare del tempo con lui: pochi specializzati ed ovviamente impegnati con le mille richieste.
Perché non abbiamo un centro diurno visti i tanti casi? Come può una famiglia con un problema così grande e diffuso, essere lasciata a se stessa? Solo chi ha in casa un malato di Alzheimer può capire realmente quanto manchi l’aria, il tempo, spesso le forze. È una malattia che logora ed umilia il malato e lentamente chi lo circonda. Si deve fare qualcosa. Non è possibile restare a guardare e non agire.
So che il comune di Villaputzu ha in progetto un centro diurno e altri progetti dedicati a questo genere di problemi. Nel mentre mi chiedo cosa si possa fare per aiutare queste famiglie, cosa possiamo fare noi cittadini? Dei corsi per volontari o corsi di formazione per l’assistenza ai malati con questo genere di patologie?
Lettera firmata – Villaputzu
(ilsarrabus.news)
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