VILLASIMIUS, La torre di San Luigi, antico baluardo contro gli attacchi barbareschi dal mare
La Torre di San Luigi, per secoli sentinella del tratto di mare tra Capo Carbonara e Capo Ferrato, uno dei monumenti più affascinanti presenti sul territorio di Villasimius. Annoverata fra le Atalayas, ovverosia fra le torri con il massimo della guarnigione, era dotata di un comandante, un artigliere e quattro soldati. Presa di mira dai Barbareschi per questa sua funzione, l’Atalaya de la Isla de Serpentayre fu obiettivo di parecchie sortite, tanto da venire addirittura data alle fiamme nel luglio del 1762, con un cruento attacco dal versante sud che vide la guarnigione soccombere e l’alcayde Carlos Massey ucciso con una fucilata, mentre il figlio Francesco venne deportato in schiavitù a Tunisi.
Una relazione dello stesso anno, che documenta la visita alla torre del luogotenente Belli, inviatovi dalla Regia Amministrazione delle Torri, racconta come un comandante, un cannoniere e otto soldati fossero pochi per difendersi dagli attacchi dei Barbareschi. Due soldati si spostavano in barca alla Torre di Cala Pira trasportando vettovaglie, mentre il comandante ed un soldato venivano da Cagliari: vita davvero difficile quella dei torrieri!
Ricostruita dopo il devastante attacco, cinquanta anni dopo venne nuovamente assediata ed espugnata. Ormai, però, la sua funzione, così come quella delle altre torri costiere, si era conclusa e la Torre di San Luigi osserva ora silenziosa da un secolo e mezzo e più quel tratto di mare che la circonda, in un suggestivo e surreale scenario in cui gli attacchi provengono non dai Barbareschi, ma dal vento e dagli altri agenti atmosferici.
Elisabetta Valtan
(ilsarrabus.news)