CASTIADAS, Murgioni, un anno da sindaco «Il paese deve puntare sui giovani»
Lo scorso 12 giugno, dopo dieci anni, ha riconquistato la carica di primo cittadino grazie al consenso dei castiadesi. Ora, a dodici mesi di distanza, Eugenio Murgioni, 64 anni, ex consigliere regionale, fa un primo bilancio della sua nuova esperienza di primo cittadino.
Il suo è un legame fortissimo con Castiadas e il suo territorio…
Amo molto Castiadas e mi sono rimesso in gioco. ringrazio i castiadesi per la fiducia: non è facile riproporsi dopo tanti anni e avere conferma del fatto che credano tu possa dare ancora tanto alla nostra comunità. A questo paese devo tutto politicamente parlando. È una sfida dove io e la mia squadra nel corso degli anni (Castiadas aveva da poco conquistato l’autonomia) ci siamo rimboccati le maniche pensando a un progetto di sviluppo per questo centro (piccolo ma grande paese pieno di risorse da mettere in rilievo e valorizzare). Piano piano Castiadas sta crescendo muovendo i sui passi con la consapevolezza collettiva. Posso dire che si è realizzato tanto e ancora tanto c’è da fare. Sono più che convinto che gli obiettivi saranno raggiunti se tutti i cittadini scomettono con noi e partecipano al rilancio di questo paese , che poi altro non è che nostro paese.
Cosa significa per lei fare il sindaco e perché si sceglie di fare l’amministratore?
Fare il sindaco significa assumersi la responsabilità di rappresentare e governare una comunità , mettendo in conto i rischi in alcuni casi anche di un fallimento certo. Fare il primo cittadino significa portare avanti i progetti e riuscire a realizzare. Ora sono in carica da un anno: in passato sono riuscito a realizzare tanto del programma con cui mi sono presentato agli elettori. Spero di riuscirci anche ora anche se i tempi sono molto più difficili, le risorse sono molto meno, ma è proprio davanti alle difficoltà che si cerca di dare il meglio di sè.
Cosa intende fare per far crescere Castiadas dal punto di vista turistico e valorizzare le sue bellezze ambientali ed artistiche?
La risposta può essere racchiusa in una sola parola: creatività. Qualsiasi progetto deve passare necessariamente dalla valorizzazione dell’uomo e di tutto ciò che lo circonda. I castiadesi devono essere messi in condizioni di diventare il vero imprenditore di se stesso, capendo che hanno una ricchezza immensa che devono riuscire a valorizzare. Per fare ciò E quindi qui nasce bisogna curare la preparazione delle persone attraverso la scuola classica e quella professionale dalla quale devono uscire persone con una mente aperta che possano fare la differenza per il proprio paese.
L’amministrazione comunale di Castiadas, i giovani e la loro voglia di aggregazione. Che rapporto c’è fra queste cose?
Nel corso della mia lunga esperienza amministrativa ho puntato a creare dei punti dove i giovani venissereo accolti, in particolare penso alla palestra con un centro sportivo. Oltre a questo, sono stati messi in piedi circoli sociali anche per i meno giovani. L’attività sportiva a Castiadas è stata uno dei nostri punti di forza, che non riguarda solo il calcio ma include anche altre attività.
I giovani vivono un momento di particolare smarrimento. Il futuro è per molti di loro incerto. Se è possibile ammettere l’esistenza di fasi precarie sulla vita di ciascuno, è anche vero che non si può tollerare che giovani vivano nell’incertezza assoluta circa il futuro. La politica dovrebbe lavorare in questo senso, creare progetti , proporre idee e, soprattutto, realizzarle…
La politica deve creare le opportunità di lavoro da subito, i giovani devono essere introdotti nel mondo del lavoro quando si ha l’entusiasmo la voglia di farlo, nei tempi giusti. La politica deve fare progetti per i giovani dove inserirli da subito nel mondo del lavoro, deve cercare di investire sui giovani a costo anche di aumentare la spesa pubblica. Chi se ne frega della spesa pubblica che aumenta se il tornaconto ti migliora la società e quella società diventa la parte attiva di un economia viva, quella riuscita poi ti compensa della spesa iniziale? Quindi penso che bisogna lavorare sui giovani, creare progetti, convincerli a migliorarsi, inserirli da subito nella realtà del lavoro (è un loro diritto). Diventare uomini dando compimento alla loro vita è anche il futuro di un intera nazione, una responsabilità di tutti, nessuno escluso. Personalmente ho sempre lavorato con un occhio di riguardo sui giovani e continuerò a farlo.
Katia Monni
(ilsarrabus.news)
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