L’INTEVENTO, “Quale futuro per il campeggio comunale di Muravera?”
Il Gruppo Politico “Officina” è uscito dal Consiglio Comunale in segno di protesta, ma non per questo abbandona l’attività politica mantenendo solido il principio di contribuire con proposte su diverse tematiche di interesse per il nostro paese, partecipando al dibattito in forma propositiva, per stimolare la discussione su argomenti e problemi di primaria importanza relativi allo sviluppo del nostro territorio.
L’argomento sul quale si intende aprire un dibattito e offrire occasione di discussione, oggi è quello relativo al Consiglio Comunale del 20/09/2023 “Concessione campeggio Comunale”.
Premessa
Il nostro intervento è post-datato, poiché non eravamo presenti in Consiglio Comunale; questo documento è stato prodotto soltanto dopo aver ascoltato la registrazione della seduta del 20 settembre, tale modalità, per certi versi, permette di analizzare i contenuti con maggiore attenzione e, pertanto, poterli esaminare meglio, fare delle considerazioni che permettano di condividerli, criticarli o contestarli.
Con la presente si vuole dare un contributo relativamente alla concessione del campeggio.
Partiamo dal passato
Su questo argomento ci siamo insediati e sullo stesso abbiamo terminato il nostro contributo in consiglio.
Ricordiamo la fase drammatica e triste della gara con esclusione dei decennali concessionari e la convocazione del sindaco ai capi gruppo di opposizione. In tale occasione il sindaco ci comunicava la criticità nella gara d’appalto e la necessità del suo annullamento. In quella occasione, come d’altronde durante la campagna elettorale, noi ribadimmo che sarebbe stato opportuno pensare anche alla vendita del campeggio e, dai proventi ricavati, effettuare investimenti d’interesse pubblico.
Successivamente si sono susseguite due gare d’appalto, una per 10 anni e l’altra per 12 anni, con un canone annuale di € 180.000,00, entrambe andate deserte. Ora in consiglio comunale si offre un canone per 16 anni con abbattimento del 50% di quello annuale per i primi tre anni.
Dove intendiamo inserirci in questo ragionamento?
Vogliamo effettuare delle riflessioni che si estendono nel temporale.
Nel consiglio all’ordine del giorno, rispetto alla proposta originaria che prevedeva soltanto il procrastinare della durata del contratto, è stato aggiunto da parte del Sindaco un abbattimento del canone per i primi tre anni del 50%, quasi come scelta personale, senza aver interpellato la segretaria Comunale e certamente neanche i consiglieri di opposizione. La motivazione data è che il canone attualmente proposto non è appetibile, come dimostrano le due precedenti gare andate deserte.
A questo punto ci viene un dubbio, ci chiediamo se il progetto redatto dal Comune e quindi la stima della determinazione del canone annuo non sia stato erroneamente sovrastimato. Non sarebbe stato forse meglio affidare l’incarico a dei professionisti specializzati?
Alla proposta formulata dal sindaco, la segretaria Comunale, dichiarava la sua estraneità nella scelta poiché non precedentemente informata e, pertanto, non in grado di esprimere valutazioni nell’immediato. La minoranza ha dovuto esprimere il suo parere in un tempo da “pausa caffè”. Poiché il sindaco ha richiesto un parere su un argomento che non si conosceva a sufficienza, senza motivarne l’urgenza, a nostro avviso, sarebbe stato opportuno rifiutarne la votazione e chiederne il rinvio. Se vi fosse stata motivazione valida, allora l’urgenza poteva avere un senso, ma così non è stato.
Noi abbiamo contestato in diverse occasioni questo modo di operare: la mancanza di comunicazione, motivo che ci ha fatto giungere alle nostre dimissioni. Queste argomentazioni ci coinvolgono tutti e richiedono discussioni e approfondimenti per la risoluzione di interessi collettivi, non hanno distinzione politica. Per questo non si può usare il Consiglio Comunale in questo modo.
Durante la discussione in consiglio il sindaco ha comunicato la promessa del finanziamento di € 290.000,00, da parte dell’Assessore Regionale all’Ambiente per il ripristino dei danni causati dall’incendio di questa estate. Finanziamento promesso in forma soltanto verbale non suffragato da un vero impegno di spesa.
Se questi finanziamenti arriveranno, lo saranno con spesa dedicata e con tempi di spesa sicuramente non immediati, con conseguenti problematiche legate all’esecuzione dei lavori e all’inizio dell’attività. Dinamiche che potranno anche comportare ovvi vantaggi a seguito delle migliorie a beneficio della nuova gestione. Quindi, potremmo, dimezzando il canone creare un vantaggio al futuro concessionario.
Ricordiamo, inoltre, che attualmente sul campeggio gravano ancora delle incertezze legali, legate alla conclusione dei ricorsi patrocinati dalle associazioni di categoria legate alla cooperativa esclusa.
Il risultato finale della discussione su questo punto, per farla breve, ha portato a una votazione finale di approvazione all’unanimità, ma con messa a verbale di alcune condizioni, indebolendo la bontà della deliberazione. Non sarebbe stato meglio un rinvio ripresentando la discussione con l’approfondimento degli uffici, della segretaria comunale e dell’intero consiglio comunale? Il Gruppo “Obiettivo Muravera” ha approvato a condizione che alcune dichiarazioni fossero messe a verbale, contenente le clausole che riportassero da parte dell’ufficio tecnico e della segretaria Comunale il parere positivo della nuova proposta.
Vediamo il futuro
Abbiamo lasciato per circa tre anni l’immobile non utilizzato, oggi assistiamo al graduale ed evidente depauperamento della sua struttura, rispetto al momento della chiusura e al suo progressivo degrado, l’incendio ha poi fatto il resto. Osservando lo stato dei luoghi, si può affermare che, rispetto al passato, è fortemente peggiorato sia nella sua conservazione che nella manutenzione. Chi ha conosciuto la struttura e ha avuto modo di vederla durante la sua attività si accorgerà che oggi è in uno stato di totale abbandono, pertanto ci ritroviamo un bene pubblico fortemente declassato nel suo valore rispetto a tre anni fa.
La nostra amministrazione, così com’è strutturata, non è in grado di gestire e mantenere con una adeguata manutenzione il suo stato di consistenza.
Questa presentazione ci apre a nuove valutazioni per un suo futuro utilizzo:
– perché non dare l’attività in concessione, al fine di un suo futuro riavvio funzionale, mantenendo la manutenzione e la gestione per un numero di anni limitato (esempio almeno tre anni) e prepararla, poi alla futura destinazione finale, quella della vendita?
Gli immobili della Zona di San Giovanni, sono stati dati in affitto a canone agevolato, per trarne attualmente un canone annuo adeguato.
Si vuole dare oggi in concessione il campeggio per tre anni a € 90.000,00, importo appena quattro volte superiore a quello della struttura di San Giovanni, che a differenza è molto più piccola e offre delle opportunità lavorative sostanzialmente inferiori? Per noi questa scelta avrebbe valore solo come riavvio funzionale dell’attività.
Forse con qualche approfondimento, il nuovo codice degli appalti potrebbe consentire anche un affido diretto.
La concessione per sedici anni è, a nostro avviso, molto gravosa per la nostra comunità, per la sua lungaggine legata al tempo di assegnazione, ma soprattutto perché alla scadenza del contratto, ci verrà restituito un immobile declassato nel suo significato, una struttura vetusta strutturalmente e inadeguata dal punto di vista tecnologico.
Ripetiamo, per noi la scelta della vendita è ancora valida e, vista l’evoluzione degli eventi, è forse la soluzione più appropriata per la nostra comunità. Il canone di locazione per 16 anni procurerà, sommandolo negli anni, un introito inferiore al valore retraibile da una possibile vendita.
Per accelerare i tempi, per verificare l’interesse del campeggio, si potrebbe partire da una manifestazione di interesse prima di effettuare il bando per la vendita.
I proventi della vendita consentirebbero nuovi investimenti, di cui si avvantaggerebbe tutta la comunità.
Abbiamo altre volte proposto di acquistare la “Casa Cucca”, la “riqualificazione della via Roma” e la realizzazione del “lungo Mare a Costa Rei”. Tutte opere possibili con la vendita del campeggio.
Conclusioni
Ripetiamo, il momento storico, che ha consentito la gestione delle strutture comunale, come un campeggio comunale non ritornerà più, appartiene al passato, le amministrazioni comunali oggi non sono più in grado di gestire questi beni complessi, non parliamo di incapacità, ma di situazioni organizzative contingenziali. Per concludere, oggi ci viene difficile pensare che questa struttura non appartenga più a nostri cittadini che hanno garantito reddito da impresa e occupazione soprattutto locale. Il passaggio della gestione a un’impresa esterna al territorio che possa creare utili in proprio, potrebbe rappresentare una grave sconfitta politica per l’attuale amministrazione comunale. Non è accettabile, che il campeggio finisca in mano a delle aziende che fanno utili soltanto per se stesse, impiegando le maestranze locali, restituendo al territorio soltanto buste paga per semplici manovalanze stagionali. OFFICINA MURERA (ilsarrabus.news)