VILLAPUTZU, 21 mesi senza il ponte di ferro e la cittadinanza si divide sui social network
A Villaputzu, il ponte di ferro non è solo un’infrastruttura chiusa da quasi due anni: è il tema più caldo della piazza virtuale. Su Facebook il dibattito si accende ogni giorno, con cittadini che si confrontano, si scontrano, ironizzano e si indignano, trasformando un problema concreto in un’arena di discussione che riflette tensioni più profonde.
Il sindaco e consigliere regionale Sandro Porcu è intervenuto con un lungo post per chiarire i contorni della vicenda rispondendo alle critiche della minoranza consiliare che in post (manco a dirlo, sempre sui social), scrive a proposito del ponte: “Lavori fermi. Il modo migliore per “festeggiare” i 21 mesi dall inizio dei lavori” . Porcu ha ricordato che l’appalto per i lavori fu aggiudicato nel 2023 a una ditta siciliana, che la chiusura del ponte è arrivata nel dicembre dello stesso anno per un “mai certificato” rischio crollo e che la gestione fino ad agosto 2025 era nelle mani della ex Provincia Sud Sardegna, ora passata alla Città Metropolitana di Cagliari. “Il Comune di Villaputzu è vittima di questa situazione – ha spiegato – anche noi, insieme ai cittadini, stiamo subendo questo gravissimo problema”. Ha quindi annunciato un’assemblea pubblica entro settembre, per illustrare gli aggiornamenti sull’appalto e i primi passi verso la progettazione di un nuovo ponte finanziato dalla Regione. E ha concluso con un avvertimento: “Un ponte dovrebbe sempre unire le comunità e non dividerle. Non cadiamo in questa trappola”.
Sui social, però, la cittadinanza non appare affatto unita. C’è chi rimprovera al sindaco di aver sfruttato il tema del ponte in campagna elettorale e oggi, da consigliere regionale, di non aver portato risultati concreti. Altri accusano la politica “paesana” di parlare di nuovi progetti mentre i cittadini continuano a vivere il disagio quotidiano: “Il ponte deve essere ristrutturato e riaperto, il resto è solo fumo negli occhi”, scrive qualcuno con rabbia. “Parlare di una progettazione alternativa quando prima si parlava di progetto per i lavori sul ponte per poterlo utilizzare è chiaramente una presa per i fondelli”, ricorda un commentatore
Il primo cittadino ha ricordato che almeno il guado, fangoso d’inverno e polveroso d’estate, è stato realizzato grazie all’impegno dell’amministrazione, e che la Regione ha messo sul tavolo risorse per uno studio di fattibilità su un nuovo attraversamento. “È un primo passo, per quanto lontano dalla soluzione immediata”.
E c’è chi si affida al pragmatismo: la Città Metropolitana, da poco subentrata nella gestione, viene vista come una garanzia di maggiore professionalità e serietà. “Siamo stufi di sfasciare le macchine passando sul letto del fiume”, è lo sfogo che raccoglie consensi.
Non manca chi tira in ballo la politica nazionale, accusando i soliti “compagni di merende” di Roma di non avere a cuore il Sarrabus. E c’è anche chi liquida i commenti “arrabbiati” con un lapidario: “Avete dato il voto, non la bacchetta magica”.
Il risultato è che il ponte resta chiuso, il guado polveroso d’estate e fangoso d’inverno, e la pazienza dei cittadini sembra essere finita. Il tutto in attesa di un cantiere. Vero e operativo, stavolta. (ilsarrabus.news)
