Published on Novembre 12th, 2022 | by Redazione
0STORIA, Com’era l’ospitalità a Cagliari tra Settecento e Ottocento?
Le prime notizie sull’ospitalità a Cagliari, sono quelle proposte dallo scrittore Joseph Fuos (1739-1811), pastore luterano che fu anche cappellano militare e memorialista della Sardegna del Settecento. È considerato il pioniere sulla letteratura di viaggio in Sardegna con il suo testo Nachrichten aus Sardinien, von der gegenwärtigen Verfassung dieser Insel, pubblicato a Lipsia nel 1780 e poi tradotto nel 1899 con il titolo La Sardegna nel 1773-1766. La Sardegna di Fuos è vista con lo sguardo attento e critico del viaggiatore. Secondo l’autore in tutta l’isola non vi era un albergo. La situazione non cambiò di molto con l’inizio del nuovo secolo, in cui si vede la presenza di piccole locande e osterie ma nessun albergo signorile. Nel 1819 secondo Alberto La Marmora non vi era in città nessun albergo, tanto che il Viceré Ignazio Thaon de Revel (1760-1835), lo ospitò nella sua dimora .
A metà dello stesso secolo il gesuita Antonio Bresciani lamenta che non ci fossero nell’isola né osterie né alberghi dignitosi. Egli visita la Sardegna tra il 1844 e il 1846 viaggiando tra la Trexenta, l’Ogliastra e la Barbagia con lo scopo preciso di conoscere le tradizioni popolari di queste zone. Le sue riflessioni furono poi pubblicate a Napoli nel 1850 con il titolo Dei costumi dell’isola di Sardegna comparati con gli antichissimi popoli orientali. Il francese Antoine Claude Pasquin detto Valery (1789-1874), curatore della biblioteca della Corona e bibliotecario a Versailles, nonché famoso viaggiatore, sottolinea l’aspetto dell’ospitalità innata dei sardi, aspetto non riscontrato in altre realtà sociali. Valery nel 1837 scrisse il suo Voyages en Corse, à l’Île d’Elbe et en Sardegne, in cui sottolineò il concetto.
Verso la seconda metà dell’Ottocento abbiamo notizie più puntuali sull’ospitalità del capoluogo e in particolare sugli alberghi. Édouard Alexandre Henri Delessert (1828-1898) pittore e fotografo francese fotografa la facciata dell’hotel Progresso nel 1854. La sua opera, Sei settimane nell’isola di Sardegna è un reportage di un viaggio compiuto proprio nel 1854, ispirato alle opere del La Marmora e del Valery, il cui scopo dichiarato è quello di comporre una moderna guida turistica, sulle orme del Baedeker ad uso di coloro che volessero ripercorrere lo stesso itinerario. Delessert fa una descrizione positiva dell’hotel Progresso.
Anche il canonico Giovanni Spano ci fornisce delle importanti notizie sull’argomento nella sua Guida della città di Cagliari, del 1861. Secondo lo Spano: «oltre le molte osterie nelle quali si trovano camere, pranzo e scuderie per cavalli e vetture, notiamo gli alberghi signorili. Questi sono il “Progresso”, contrada Sant’Agostino (Marina). La Concordia; contrada Sant’Eulalia (Marina). L’albergo d’Italia, contrada San Francesco del Molo (Marina). A questi alberghi sono connessi le Trattorie, molte di queste esistono separate negli altri quartieri. La più signorile è quella del Castello nel Bastione di Santa Caterina» . Come si può facilmente notare tutti gli alberghi considerati signorili erano siti nel quartiere della Marina.
EMANUELA LOCCI (Università degli studi di Torino)