Cultura

Published on Luglio 25th, 2023 | by Redazione

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PILLOLE DI STORIA. Il 25 luglio 1943 in Italia, un giro decisivo della Storia.

In una giornata carica di tensione, l’Italia, che il 10 giugno 1940 era entrata nel secondo conflitto mondiale al fianco dei tedeschi e dei giapponesi, si preparava a vivere uno dei momenti più cruciali della sua storia, con il territorio nazionale interessato direttamente dalla guerra e dall’invasione degli Alleati e con una sconfitta militare ormai imminente.
Il 25 luglio 1943 avrebbe segnato un punto di svolta. Un gruppo di importanti membri del Gran Consiglio del Fascismo, preoccupati per l’andamento negativo della guerra, si riunì in segreto per prendere una decisione che avrebbe cambiato il corso degli eventi.
Tra i protagonisti principali della riunione c’erano Dino Grandi, Galeazzo Ciano, Emilio De Bono, e altri alti esponenti fascisti, molti dei quali si erano allontanati dal regime e dal suo leader, Mussolini. La richiesta chiara e diretta fu quella di revocare i poteri speciali di Benito Mussolini e rimettere le sorti dell’Italia in mano al re, Vittorio Emanuele III, con un esecutivo guidato dal generale dell’esercito Pietro Badoglio.
Mussolini, che fino a quel momento era stato il principale artefice della politica italiana, si trovò improvvisamente isolato e senza il sostegno di una fazione fondamentale del regime. Con una mossa audace, il Gran Consiglio votò a maggioranza la sfiducia a Mussolini. La decisione fu comunicata al re, che il giorno stesso firmò il documento di destituzione del capo del governo che fu arrestato. Vittorio Emanuele III incaricò il generale dell’esercito, Pietro Badoglio, di formare un nuovo governo.
Il 25 luglio 1943 segnò, così, la fine dell’esperienza fascista in Italia. Ma le difficoltà non erano ancora finite. Mussolini, liberato dai tedeschi a Campo Imperatore, con il sostegno di Hitler, cercò di stabilire una nuova “Repubblica Sociale Italiana” nel nord del paese, controllata dai nazisti, di fatto un regime fantoccio che non ebbe mai il consenso popolare e sopravvisse fino alla fine di aprile 1945 quando l’arrivo degli Alleati e l’insurrezione partigiana non misero fine alla guerra in Italia. (ilsarrabus.news)

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