Published on Febbraio 17th, 2018 | by Redazione
0STORIA. Anno 1865: ecco i beni di proprietà della scuola di Villaputzu
Secondo una serie di note riepilogative, il 24 Marzo 1836 si provvede a stilare un elenco di attività e beni posseduti dalla scuola di Villaputzu in presenza di tutto il Consiglio Comunitativo composto da: Soggiu Don Proto, Soggiu Don Emanuele, Soggiu Don Efisio, Siriu Priamo, Siriu Ignazio, Pisu Giovanni e dal Precettore Notaio Pietro Marongiu, dal Sindaco Cucca Tommaso, dal Rettore Schirru Efisio e dal Segretario Comunitativo Notaio Giovanni Antonio Congiu.
Subito troviamo due sezioni separate, una riferita ai beni necessari agli studenti benestanti e nell’altra ai beni occorrenti agli alunni poveri. Per quanto riguarda gli alunni benestanti abbiamo quattro nominativi, con un elenco di “beni che formano gli effetti esistenti nella scuola normale di Villapuzzu” come scritto sul documento.
Abbiamo un banco grande e due piccoli, un tavolino grande senza tiretto sufficiente per la scrittura degli studenti, una pietra lavagna, una sedia grande, una cassa, una catena di ferro per la campana. Per quanto riguarda i libri si fa un’ulteriore suddivisione, quelli esistenti nella Scuole e quelli esistenti nella casa comunale. Nelle Scuole veniva custodito il Regio Regolamento, il libro del vaiolo ed il catechismo agrario.
Nella casa comunale invece si trovava sempre una copia del Regio Regolamento, il libro Elementare diviso in tre volumetti del libro terzo, due del secondo e altri due del primo. Nella Scuola si trovavano altri effetti, considerati di secondaria importanza come un piede ed un banco piccolo, un tiretto e serratura per tavolino, gesso, “una tavola per accomodare il necessario”.
Infine abbiamo un elenco dei beni occorrenti agli studenti poveri senza precisare ne il nominativo ne il numero di detti alunni, ma presumiamo fossero di gran numero superiore rispetto agli alunni agiati: “Tre esemplari di libro terzo del libro Elementare, tre esemplari del libro secondo Elementare, sei esemplari del catechismo agrario, due calamai, penne, carta da scrivere, un temperino, inchiostro”.
Francesca Sanna
(ilsarrabus.news)
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